Inoltre, la badante dovrebbe essere in grado di comprendere, leggere e scrivere l’italiano in modo che, in caso di necessità, sappia chiamare il 118, rispondere alle domande dell’operatore e fornire l’indirizzo e indicazioni precise su come raggiungerlo; inoltre, deve sapere chi, tra i familiari, è la figura di riferimento da chiamare in caso di problemi di qualunque natura.
È buona norma che il familiare lasci alla badante, in un posto ben preciso, il foglio contenente tutte le istruzioni e le cose da fare nell’arco della settimana (menù settimanale, controllo dei valori della pressione e della regolarità nell’andare al gabinetto, ecc.).
La presenza di una badante è di grande aiuto per il familiare, che in questo modo, alleggerito delle proprie incombenze nell’assistenza del malato, ha la possibilità di ritagliarsi del tempo per sé e di recuperare le energie. In mancanza di familiari, la badante deve essere attenta a cogliere tutti i segnali che possono essere importanti per il medico per capire se le condizioni del paziente migliorano o peggiorano.
La badante spesso non ha una formazione in ambito assistenziale e può svolgere un lavoro di assistenza alla persona solo per necessità. Per questo motivo, anche la badante può avere bisogno di essere sostenuta nel suo lavoro. La sua soddisfazione professionale deve essere supportata dalla famiglia che l’accoglie, che deve impegnarsi per costruire un buon rapporto di lavoro, fondato su regole e confini chiari e concordati. È bene prevedere uno spazio per lo scambio d’informazioni e la discussione con i familiari, che potranno così trovare il modo per esprimere stima e gratitudine per il lavoro svolto dalla badante.
Quando possibile, è bene incoraggiare la badante all’aggiornamento professionale, ricordando che il benessere di chi assiste si riflette sul benessere dell’assistito.